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São Tomé e Príncipe.

Stato (1.000 kmq; 144.000 ab.) insulare dell'Africa equatoriale, posto nel Golfo di Guinea; č costituito dall'unione amministrativa delle due isole di Príncipe e São Tomé, l'isola maggiore. Capitale: São Tomé. Cittŕ principali: Santo Antonio. Ordinamento: Repubblica presidenziale; il presidente della Repubblica, eletto per cinque anni a suffragio universale, ha il compito di nominare il primo ministro e gli altri membri del Governo; l'Assemblea nazionale, formata da 55 membri eletti per quattro anni a suffragio universale, esercita il potere legislativo. Moneta: dobra. Lingua ufficiale: portoghese; viene parlata correntemente una lingua creolo-portoghese. Religione: cattolica. Popolazione: č costituita da neri e meticci, in buona parte provenienti dall'Angola e dalle Isole del Capo Verde al tempo della colonizzazione portoghese.

GEOGRAFIA

Il territorio di S., comprendente, oltre alle due isole maggiori, alcuni isolotti disabitati, č di origine vulcanica e morfologicamente in prevalenza montuoso. Il Pico de São Tomé, sull'isola omonima, č la vetta piů alta (2.024 m).

ECONOMIA

L'attivitŕ economica si basa quasi esclusivamente sull'agricoltura (cacao, caffč, palma da olio, palma da cocco, arachidi, banane, manioca) e sull'allevamento (bovini, caprini, ovini, e suini); importante č anche la pesca. In anni piů recenti sono stati scoperti giacimenti petroliferi.

STORIA

Le due isole, scoperte dal portoghese Pedro de Escobar nel 1471, furono base per il commercio degli schiavi fra l'Angola e il Brasile. La manodopera utilizzata nelle piantagioni (prima di canna da zucchero e, dal XIX sec., di cacao e caffč) era formata da schiavi importati da altre regioni dell'Africa o da ex schiavi ribelli, come i cosiddetti Angolares, originari dell'Angola rifugiatisi dopo un naufragio sulle montagne dell'isola di São Tomé, dove per un certo tempo vissero liberi, costituiti in una sorta di Repubblica. Divenuto nel 1951, con le altre colonie africane del Portogallo, Provincia d'Oltremare, S. fu proclamata Repubblica indipendente nel 1975, dopo una lotta per l'autodeterminazione portata avanti dal Movimento di Liberazione di São Tomé e Príncipe (MLSTP). La prima Costituzione sancě il ruolo dirigente del MLSTP, partito unico di ispirazione marxista. Presidente della Repubblica divenne il leader del MLSTP, Manuel Pinto da Costa. Dalla metŕ degli anni Ottanta il Paese cominciň a svincolarsi dall'ortodossia comunista per cercare di attirare gli investimenti occidentali, indispensabili ad alleviare le condizioni di povertŕ della popolazione. L'adozione di una Costituzione multipartitica, approvata da un referendum popolare nel 1990, condusse alla vittoria il moderato Partito di convergenza democratica - Gruppo di riflessione (PCD-GR). Nel 1994 il malcontento causato dagli elevati costi sociali della liberalizzazione riportň al potere il MLSTP, divenuto nel frattempo MLSTP-PSD (Partito social-democratico). Dopo l'introduzione di ulteriori misure di rigore economico per ottenere nuovi finanziamenti dalla Banca mondiale, nel 1995 il Governo del MLSTP-PSD riuscě a sventare un tentativo di colpo di Stato militare. Nello stesso anno l'isola di Príncipe assunse l'autonomia. Nel 1996 venne creato un Esecutivo di unitŕ nazionale. Alle elezioni presidenziali del luglio 2001 fu eletto Fradique de Menezes, che avviň una politica di collaborazione economico-militare con gli Stati Uniti. In seguito alla scoperta di estesi giacimenti di petrolio nell'isola, Menezes fu implicato in episodi di corruzione legati alle compagnie petrolifere in gara per ottenere i diritti di sfruttamento. Il 16 luglio 2003, durante una visita di de Menezes in Nigeria, il Governo venne rovesciato da un colpo di Stato militare; nell'arco di pochi giorni fu raggiunto un accordo tra Governo e golpisti e la situazione fu riportata alla normalitŕ. Tra marzo e settembre del 2004 il presidente de Menezes si accinse alla sostituzione di alcuni membri del Governo e poi dello stesso primo ministro; in dicembre il Parlamento approvň una legge per prevenire la corruzione ministeriale legata allo sfruttamento petrolifero. Nel giugno 2005 si dimise il Governo in carica e Maria do Carmo Silveira, giŕ al vertice della Banca centrale, divenne il nuovo primo ministro. Nella primavera del 2006 si svolsero le elezioni per il rinnovo del Parlamento. Il risultato delle stesse fu differito per qualche giorno a causa di vibranti proteste rivolte contro le pessime condizioni di vita di gran parte della popolazione; fu quindi proclamato vincitore il partito del presidente, la coalizione democratica di centro-destra denominata MDFM.